Un riparo sicuro

Un riparo sicuro

Ormai l'uso di TowerNet tra Soma e Jon divenne una costante, mentre si muoveva veloce verso est, ricevendo però una spiacevole notizia: la Torre richiedeva più punti favore per la skill e per questo Soma dovette dire, con tono sommesso:

Soma: Jon è andata male, richiesta rifiutata.
Jon: Merda...fa niente amico, io ho pochi punti favore ma potrei fare un tentativo. Anzi no, devo resistere, ormai...

Non disse cosa gli era appena capitato, i suoi life point erano stati dimezzati e per questo Jon si preoccupò più per l'amico, non voleva che anche lui incorresse in problematiche.

Jon: Soma, caccia e mangia qualcosa, ok? Non stare all'aperto. Se c'è una pozza d'acqua, la troverò.

Si fermò di colpo, un lampo di genio che forse non avrebbe risolto la situazione ma avrebbe certamente dato una possibilità maggiore a Jon.

Jon: Ehi Soma, quando sei tornato indietro hai seguito la strada, dico la stessa precisa?
Soma: Si certo Jon, non ho trovato problemi e così sono arrivato quasi alla prateria, mancava poco, ero già in vista. E' lì che ho perso il bestione, peccato.
Jon: Ok bene...

Gli serviva un sasso, prese il primo appuntito che trovò e si accovacciò spalle all'albero, tenendo d'occhio il paesaggio arboreo mentre iniziò a disegnare. Un cerchio bello grande, largo all'incirca dieci centimetri di diametro. Al centro esatto puntellò un buchetto che rappresentava l'altare e poi, da lì, scelse di tracciare una linea verso nord-est, deviando di pochissimo quel percorso quando arrivò a poco meno di metà strada: la prateria era più piccola della foresta, erano stati più passi di foresta (quasi il doppio) rispetto ai passi di prateria. Dopo aver fatto il percorso fino al muro immenso di perimetro che solo lui aveva potuto vedere, probabilmente possibile solo dalla vicinanza perché già non lo vedeva più già da quando si era allontanato di cento metri [comprese pienamente he doveva essere vicino per vederlo], iniziò a tracciare una linea retta diagonale tra il punto di arrivo al muro della Torre ed all'incirca la posizione che pensava avesse preso Soma: non era una precisa calibrazione ma le linee si sarebbero intersecate seguendo la logica e le informazioni che avrebbe chiesto a Soma.

Jon: Per venirmi incontro che strada hai fatto? Hai seguito sempre quella di prima?
Soma: Si fino a dove ci siamo lasciati.
Jon: Ok...io però ho deviato verso il basso da quel momento mentre tu a tua volta stai deviando verso Est. Ok, non siamo distanti Soma. Con un po' di fortuna, meno di mezz'ora e sono da te. Quanto pensi di aver camminato per arrivare allo stagno che vedi?
Soma: Meno di dieci minuti Jon.
Jon: Diecimila passi totali a metà sono cinquemila, tu hai deviato da lì e non puoi aver fatto più di mille passi in dieci minuti, a meno che non hai corso...e probabilmente arriveresti a toccare il muro tra quattromila passi. Maledizione, avrei dovuto fare il giro lungo e costeggiare il muro, sarei arrivato così perfettamente da te! Fa niente, ho scelto io questa cosa.
Soma: Emm Jon...in realtà si, ho corso. Non tanto ma un pochetto.
Jon: CAZZO! Aspetta, rifaccio.

Si rimise a disegnare da capo Jon, facendo un altro cerchio, ricalcolando da capo prima il percorso verso la fine della Torre, per poi disegnare sia la strada verso sud-est intrapresa da lui, sia quella che dal punto in cui si divisero percorsa da Soma, che poi deviò. Si accorse che così facendo e correndo, le distanze erano maggiore.

Soma: Jon tutto bene? Sei incazzato per caso? Come va con il sonno?
Jon: Maledizione, avrei dovuto fare il giro lungo e costeggiare il muro, sarei arrivato così perfettamente da te! Fa niente, ho scelto io questa cosa.
Soma: Vuoi che ti vengo incontro?
Jon: NO! NON MUOVERTI DA LI'! In caso fossi in una brutta situazione, allora userò i punti favore ma per il momento penso sia uno spreco. Oh e non mi preoccupo per quello, intendo il sonno: ho capito perché ero così attanagliato. Ho preso coscienza del perché e sto cercando di pensare meno ma è anche vero che in contemporanea mi sto adattando alle informazioni ed alle schermate. Probabilmente è colpa della mia memoria analitica, stava provando a trovare informazioni in ogni singola cosa.

Non era propriamente vero, era comunque stanco ma non voleva far preoccupare l'amico di ventura, così dopo aver capito come muoversi, disse deciso:

Jon: Fermo dove sei, io taglio ancora di più verso sud, così facendo dovrei arrivare dalle tue parti. Se avessi continuato ancora con questa rotta, ci saremmo mancati. Bene, meno male che un minimo di geometria la conosco...

Non che fosse una capacità incredibile saper disegnare un cerchio e tracciare delle linee ma sarebbe stata la direzione corretta? Quante possibilità c'erano di mancare completamente Soma se, in caso fosse andato troppo a sud, sarebbe tornato sulla stessa strada percorsa in precedenza? In ogni caso, non si sarebbe mai allontanato.
Erano altri i pericoli: potevano esserci mostri di ogni sorta, pericoli su pericoli avrebbero potuto attenderlo ma Jon non si sarebbe fermato: aveva una meta.

Un riparo sicuro

Dopo aver bevuto ed essersi ricongiunto con Soma, che contento com'era abbracciò Jon con forza strappando un sorriso divertito a quest'ultimo quando caddero a terra, i due iniziarono a dialogare su cosa gli rimanesse da fare e Jon senza mezzi termini disse quello che ormai era scontato che dovessero fare:

« Ci serve mangiare, dobbiamo concludere le quest. La Torre è questo che vuole... »

La Torre li aveva guidati verso un obbligo, lui aveva compreso a sue spese che era meglio non girarci intorno e mettersi a cercare cibo così da chiudere il cerchio perché, per il discorso del riparo, potevano far affidamento sulle nuove informazioni ricevute: sembrava che gli altri avessero usato l'altare della rinascita come luogo di riposo. Era nervoso Jon per quello, percepiva quasi distintamente che avrebbe incontrato Lena così beata, con la pancia piena, a fare la spocchiosa bastarda. Soma notò quella tensione in Jon e glielo chiese:

« Hai fame anche tu? Jon non preoccuparti per il cibo: ho visto movimento qui intorno, possiamo cacciare! »
« Bene, non vedo l'ora di sfogare la mia rabbia su qualcosa... »

Ripensò ai life points, era a cinque ma avendo Soma al proprio fianco che era un lanciere di classe, non doveva temere: potevano compiere ottime azioni combinate.

« ...tu hai già mangiato? »
« Ho bevuto, non preoccuparti: mangeremo presto. »
« Si, è quello che faremo, amico. »

E come due vecchi amici si diedero un pugnetto, Jon e Soma era una coppia d'avventurieri che si era appena unita eppure per il modo in cui dialogavano e persino pensavano alcune volte, avrebbero fatto molta strada se si fossero impegnati. Ed era quello il campo preferito di Jon: aspirare a qualcosa, divenire un player di rilievo perché non c'era niente di meglio che crescere e farsi le ossa. Non aveva paura di sporcarsi le mani, avrebbe fatto la gavetta per l'ennesima volta, sapeva cosa prendere non appena fosse stato possibile.
Iniziarono a muoversi verso sud-ovest, in modo da ritornare già verso l'altare dell'inizio, se le cose fossero andate bene o almeno non male, avrebbero completato presto la richiesta della torre e poi avrebbero potuto fare il passo successivo.
Per un attimo Jon si chiese quanti degli altri player era rimasto in vita perché se lui aveva perso la metà dei life points, era possibile che a qualcuno fosse andata peggio. Magari qualche pazzoide era andato a nord, verso la zona peggiore da visitare, quella che trasmetteva vibrazioni negative.
Scosse la testa Jon, liberò la mente e tornò focalizzato al punto che l'adrenalina iniziò a circolargli in corpo, la mente si alleggerisse e così il sonno che aveva sentito fino a quel momento si dissipò lievemente. Così poteva cacciare, così poteva essere d'aiuto.

Un riparo sicuro

Ed eccoli finalmente i primi mostri di livello accettabile da sfidare: non appena furono a portata visiva, le schermate apparirono al duo Jon e Soma, mostrando ogni informazione possibile su quei topi cresciuti o meglio, gli Abhorrat. Si misero bassi sul manto erboso, nascosti dietro un albero, fissando le tre bestie che non si erano accorte della loro presenza, iniziando a parlare a bassa voce tanto che si sentivano a malapena tra loro. La fame era pressante, iniziavano a sentire un po' i crampi nello stomaco ma sapere che c'era qualcosa da cacciare, proiettava nelle loro menti il benessere di addentare della carne...seppur cruda. Già, il fuoco: non avevano niente per accenderlo. Avrebbero potuto buttare via del tempo per accendere un fuoco (cosa che Jon non sapeva fare, Soma probabilmente si? Non era dato saperlo ancora) ma dovevano mangiare, non c'era da fare gli schizzinosi. Osservando bene, Jon notò che essi erano simili agli stessi avvistati da Nathaniel in precedenza, diretti verso la prateria, dunque non erano stati ben informati dall'avvistamento dell'ex compagno di party.

« Conigli eh? Sono dei ratti! Ma che occhi ha quel Nathaniel? O forse nel suo mondo chiamano conigli i topi? »
« Già forse è così. Io vidi solo il movimento ma non il loro aspetto. »
« Questi però sono ratti che sono stati gigantificati! Saranno dieci volte la loro normale misura, almeno da dove vengo io. »
« Nel mio mondo nativo ci sono bestie simili ma assomigliano più a dei piccoli e pelosi animaletti agili, che hanno gli artigli e quando non gli stai simpatico ti fanno un verso che sembra un soffio. Esiste qualcosa del genere nel tuo mondo? »
« Hanno i baffetti sul muso? Quando gli passi la mano sul corpo delicatamente emettono un suono tipo vibrato? »
« Si esatto, mi ero dimenticato di dirlo, se li tieni in braccio senti delle vibrazioni, come di piacere. Noi li chiamiamo "Veghi". »
« Nel mio mondo d'origine i "gatti". »

Fece una pausa Jon, poi si concentrò meglio sugli Abhorrat che nel frattempo si stavano muovendo e, per non perderli di vista, disse conciso:

« Non divaghiamo, cacciamo amico! »
« Consiglio una mossa alla Trada, la conosci? »
« Trada? E che è? »

Con le mani Soma spiegò il posizionamento che avrebbero preso e poi i loro movimenti combinati, cosa che per Jon aveva un nome ben diverso ma che in effetti aveva l'identico modo di cacciare. Mondi diversi, nomi diversi ma azioni uguali, l'evoluzione quando perfezionava certi movimenti spesso portava agli stessi risultati.

« Ok e mossa a Trada sia. Nel mio mondo si chiama "a tenaglia" »
« A tenaglia? E che generale è? »
« No è uno strumento la tenaglia. Lascia perdere, ci siamo intesi comunque: io attacco da un lato e tu dall'altro stringendoli verso il centro. »
« Si esatto. »
« Si, è quello che faremo, amico. Oh, e se riusciamo, attacchiamo il secondo più vicino, ok? Non fermiamoci, continuiamo ad attaccare senza sosta. Se le cose funzionano, potremmo ucciderne almeno due! »
« L'attacco a sorpresa contemporaneo sul primo e l'assalto combinato sul secondo. Ok ci sto. »

L'azione sarebbe stata rapida, effettuata da due punti in contemporanea con l'obiettivo un solo Abhorrat: un attacco a sorpresa/furtivo, per evitare problematiche e rimanere in "compagnia" degli altri due (se fossero rimasti a combattere). Jon aveva fatto i conti a modo suo, sperando che fosse abbastanza accurato e pensò alla cosa mentre era pronto all'attacco: la nostra forza è al momento ad otto per entrambi grazie alla lancia che aumenta di tre la forza base di cinque, hanno un solo punto di velocità superiore a noi che non credo sia molto, schivarci entrambi con un attacco a sorpresa spero sia impossibile. Il loro Power Level è inferiore di dieci al nostro, anche in uno scontro a viso aperto siamo in vantaggio. Cinque punti di Life Points...come i miei. Se colpiamo entrambi...dovrebbe morire sul colpo. Almeno spero. Aspetta però... Jon si fermò per un istante, era sul punto di fermare anche l'amico quando notò che i topi avevano scritto minion: se c'erano loro doveva esserci anche un boss. Scosse la testa, era inutile osservare quel dettaglio, gli era venuto mal di testa e stanchezza anche per quel motivo! uccidiamo, mangiamo e poi vediamo che succede.
Come sarebbe andato a finire il loro primo attacco? Di certo, non si sarebbero fermati: se fossero andati a vuoto con un primo tentativo, avrebbero continuato l'attacco e sarebbero andati avanti finché non avrebbero crivellato quell'Abhorrat, facendo attenzione anche agli altri. Se l'attacco fosse andato a segno invece, la strategia prevedeva l'attacco del secondo più vicino. Pensare a tre era impossibile, dovevano prima vedersela con uno o al massimo due.

Un riparo sicuro

Il primo Abhorrat morì senza neppure reagire, la strategia funziono egregiamente e così venne steso, trafitto dalle loro lance. I suoi due mostruosi compagni, compresero la minaccia e pensarono subito di scappare istintivamente verso la prateria, mettendo Jon e Soma davanti ad una scelta: recuperare quello appena ucciso così da perdere di vista gli altri due o rincorrere i due in fuga lasciandosi dietro il corpo? La scelta di Jon fu celere.

« Soma, prendi quel Abhorrat e vienimi dietro, con quindici chili addosso non sarai molto veloce ma non perdermi di vista! Io vado! »
« Aspetta Jon, dammi un sec- »

Ma il giovane dai capelli azzurri non rimase un attimo di più fermo sul posto, iniziò a correre a per di fiato dietro ai due Abhorrat pur notando che, metro dopo metro, la loro velocità era lievemente superiore alla sua seppur la via verso la prateria non era sgombra, gli alberi rallentavano leggermente la loro fuga. Sono di poco più veloci di me, un solo punto, ma penso ci sia in gioco anche il fattore adrenalina e paura: forse quello attiva un bonus, chissà. Devo stare attento, devo mantenere lucida la mente perché rimane il fattore minion, se invece di scappare mi stessero portando dal loro boss, sarei fregato... ma Jon non desistette, continuò a corrergli dietro cercando di intuire il loro percorso e muovendosi in anticipo per evitare gli alberi, così da avere una traiettoria più lineare e diretta di quella dei due Abherrat.
Aveva una sola possibilità, non poteva far altro che provarci: avrebbe lanciato la sua lancia come fosse un giavellotto, cercando di colpire uno dei due Abherrat nel momento che avesse deviato di poco la propria traiettoria.
Nel frattempo, essendo in corsa continua, la via che conduceva alla prateria si riduceva drasticamente e Soma faceva fatica a stare deitro a Jon, il peso che portava non era eccessivo ma aveva la capacità di rallentarlo.
Eccolo infine il momento: uno dei due Abherrat fece lo slalom veloce tra più alberi ma, un po' come se fosse un movimento prestabilito, scartava un albero a sinistra e quello successivo a destra.
Jon non ci pensò un attimo, appena scartò a destra per schivare un albero, lui lanciò la sua lancia di pessima qualità a sinistra, sperando che l'Abherrat scartasse l'albero successivo a sinistra e così avere la possibilità di colpirlo. Non c'era una regola per quel movimento, Jon lo sapeva bene, per questo non avrebbe smesso di correre e se avesse mancato il primo lancio, avrebbe fatto altri tentativi pur sapendo che, ad ogni tentativo, perdeva terreno. Se lo prendo, posso esser soddisfatto di ferirlo per rallentarlo, non ho bisogno di ucciderlo sul colpo. Non posso cacciare entrambi, ho solo un obiettivo, l'altro beh...andrà dove andrà. La prateria non deve essere lontana, chissà che effetto farà la corsa su di me... si domandò mentre si preparava al primo lancio dei due lanci.

Un riparo sicuro

Il colpo andò parzialmente a segno, l'Abhorrat era azzoppato e non restava altro che ucciderlo, cosa che avrebbe fatto Jon data l'impossibilità di mancare il bersaglio: gli era sopra, era un colpo facile. Il terzo Abhorrat era in fuga, verso la prateria, Jon non aveva nessuna intenzione di inseguirlo e si sarebbe riposato da quella corsa che gli aveva tolto il fiato ma non come si aspettava, effettivamente avrebbe potuto ancora correre.
Proprio nel momento che avrebbe voluto esultare, un messaggio comparve davanti agli occhi di Jon e, contemporaneamente, il suo corpo si contrasse in uno spasmodico dolore lungo tutto il corpo, principalmente allo stomaco ed all'esofago.

« MALEDIZIONE! ARRGHHH! »

Jon non aveva scelta, doveva provare a dare un morso a quel topo, non pensò nemmeno a che sapere potesse avere perché non gliene fregava poi molto, doveva sopravvivere, i suoi Life Points erano scesi a tre! Per molti sarebbe stato un problema mangiare qualcosa di crudo, appena morto, per Jon non era un trauma così forte se non fosse che era un topo. Non il meglio sulla piazza, insomma. Speriamo di non venire avvelenati o subire altro, sarei fregato... e detto questo Jon staccò la parte già per metà maciullata di zampa posteriore, assaggiando senza pensare al sapore quello che poteva essere carne mista a sangue. stai mangiando del sushi, si è sushi, non è altro che sushi con salsa toriaki.
Presto avrebbe sentito il sapore, gli effetti e quant'altro ma non se ne voleva preoccupare tanto che riuscì a dar un secondo morso alla zampa.
Quando Soma si sarebbe aggregato a Jon, probabilmente, avrebbe dovuto fare lo stesso anche se la sua reazione forse non sarebbe stata delle migliori...o forse si? Jon non conosceva un modo per accendere un fuoco, non sapeva che cosa aspettarsi da Soma ma forse un ex soldato poteva avere tra le sue esperienze anche quella della sopravvivenza in luoghi ostili. Non restava che aspettarlo, non aveva scelta.

Un riparo sicuro

Mangiata una parte di Abhorrat, Jon era quasi sul punto di vomitarla ma riuscì a trattenerla giù nello stomaco, cosa che per altro gli placò i crampi.
Quando Soma arrivò, osservando Jon sporco di sangue e con "qualcosa" in mano, disse stupito:

« Non dirmi che hai... »

« Gia. Uno schifo. Ma tu evita, va bene? »

« E come faccio? »

« Ci penso io a questo, non farti venire paranoie. Guardami le spalle mentre io chiedo alla Torre qualcosa... »

E fu così che Jon chiese la classe Alchimista, utilizzando quasi tutti i suoi punti favore per ricevere qualcosa che nello stato in cui era valeva forse poco ma, nel tempo e con ingegno, avrebbe portato molto a Jon. Dunque esistono i mestieri, le classi...sembra che ci siano anche le abilità ma quelle costano molto. spulciava TowerNet per guardare i progressi altrui, lesse che alcuni erano passati di livello e che ci voleva un certo quantitativo di favore per salire di livello. Duecentocinquanta punti favore per un passaggio di livello, eh? Sono cinque topi. Credo non sia impossibile ma, al momento, è più importante fare altro. Vediamo... la testa di Jon dopo l'acquisizione della classe era divenuta più quieta, come se aggiungere qualcosa di così vasto ma che rispondesse alle domande, gli permetteva di togliersi infine i troppi pensieri. Fu tutto più chiaro: accendere un fuoco divenne una nozione base per lui, tanto che avrebbe potuto farlo lì ma non era il caso di rischiare la fortuna.

« Possiamo andare Soma, da adesso in poi inizierò la mia via dell'alchimista. »

« ALCHIMISTA? E che cos'è? Non era meglio un'altra classe? »

« E' un mestiere e no, per dove siamo adesso è meglio un mestiere. Capirai quando riuscirò a conoscere meglio ciò che mi circonda. Non perdiamo tempo Soma, torniamo al centro del livello, da dove siamo partiti: lì riposeremo. »

Salvo imprevisti, Jon e Soma sarebbero andati dritto per dritto verso il centro del primo livello che altri non era il circolo di pietre chiamato "Altare dell'inizio".