Con il boss morto e un pizzico di fortuna sfacciata, il goblin può finalmente preoccuparsi di ciò che davvero conta. Recuperare le forze? Ma manco per il cobra! La cosa davvero importante è avvicinarsi a quel cadaverone e vedere se può trarne qualcosa di utile (ma che vuoi cavarne fuori? La descrizione dice che la pelliccia è quasi tutta andata, e con il mana che mi ritrovo manco posso disintegrarlo...
Ma le preoccupazioni non finiscono qui: ora, il pelleverde può finalmente rendersi conto del fatto che, tra tutti, lui è l'unico a non aver colpito il boss neanche una volta. Il suo unico contributo a quella battaglia è stato quello di rompere il sigillo, cosa che, in retrospettova, non è servita a un beneamato niente. E quindi, ora che si fa? La creatura digrigna nervosamente i denti, e i suoi pensieri vanno ora alle quest che aveva attivato al suo arrivo nel tempio, ora a tutte quelle ricompense che potrebbero non arrivargli. La vedo nera...

Randall fende l'aria, sfreccia attraverso quel campo aperto con una velocità mai raggiunta prima. È ancora ai livelli di un comunissimo umanoide, ma diamine, che scheggia!

Anche la forza di cui ora dispone lo sorprende in egual modo: non sa se dipenda davvero da lui o se la pietra fosse estremamente fragile fin dal principio, ma guarda, si sgretola che è un piacere!
Insomma, il goblin ce l'ha fatta, obbiettivo completato e possiamo pssare tutti al piano successivo. Giusto?

Sbagliato.
La Torre da la conferma che uno dei due obbiettivi dello scenario è stato completato, uno soltanto. Il fratellone di "Re Luigi", nel frattempo, ha cominciato a emettere dal suo corpo una marea di aculei belli grossi, per una tecnica per niente incoraggiante.

Come reagire?
La risposta, nella testa del goblin, è piuttosto semplice: buttarsi a terra e ranicchiarsi.
Come mai? Anche questo, in verità, è un ragionamento abbastanza elementare: data la mancanza di ripari nei suoi dintorni, piuttosto che cercare di evitare in maniera convenzionale gli aculei - mossa che potrebbbe portarlo, semmai, sulla traiettoria di ulteriori aculei - buttarsi a terra sul posto e ranicchiarsi per ridurre la quantità di spazio occupato e di rendersi un bersaglio quanto più piccolo possibile. Ma quanto è bello essere alti a stento un metro, eh!?

E poi, metti che gli va di lusso: metti caso che quell'abilità tragga il suo potere dal Mana Power. Questo vorrebbe dire avere una possibilità di sopravvivere! E se non fosse così? Ma quale vuoi che sia il problema? Era chiaro fin dal principio che un qualsiasi attacco di questa bestia lo avrebbe dilaniato in un sol colpo, inutile pensarci adesso!

Ancora una volta, nessuno degli eventi che accade sembra sorprendere Randall.
E come potrebbero?
Le voci "Obiettivo" e "Atteggiamento" del mostro lasciano ben intendere come il boss possa reagire: ovvio, quindi, che la scelta migliore non sia certo quella di scattare verso il prezioso come il centometrista che non si è.

Sì, sì, ecco a me un pezzo di rame con autopacca per festeggiare, bravo goblin, come sei furbo. E ora?

Ora Randall analizza il nuovo problema che si trova davanti: la coda del mostro. L' appendice è mutata, assumendo le fattezze di un serpente. Questo vuol dire che quella cosa è in grado di vedere? Perché se la risposta è sì, beh...fine dei giochi. 45 percezione e 80 velocità vuol dire non arrivarci manco alla pietra - vuol dire morire dopo appena tre passi. Al tempo stesso, non può stare con le mani in mano: la situazione e i valori aggiornati impongono che non tergiversi, perché la morte di anche solo uno degli attori su quel palcoscenico significherebbe complicarsi la vita. Resta quindi una e una sola cosa da fare: contattare il suo socio.

È un messaggio un po' più sgrammaticato del solito, ma che ci si può fare? Digitare nell'aria con la consapevolezza di poter finire all'altro mondo per un colpo può far strani scherzi.
Ciò che conta, però, è che il messaggio arrivi e che sia chiaro: Randall ha bisogno che quella coda a forma di serpente sia coperta, perché non ha intenzione di lasciare nemmeno l'irreale al caso. Se tutto va bene, Akira riuscirà a tenere su di sé l'attenzione della faccia del mostro, mentre il medico e Gaho avranno il culo puntato su di loro: come vedrà i tentacoli offensivi partire e coprire l'appendice pseudo-rettiloide, il pelleverde scatterà, cercando di usare i suoi 60 punti di velocità per arrivare al sigillo e colpirlo a piena potenza con la sua mana dagger, per tutte le volte che gli sarà concesso farlo. E se dovesse accadere il peggio, beh...inutile pensarci proprio ora.

Heh, figurarsi.
La risposta di Akira non lo sorprende affatto - in compenso, le parole del Dottore sembrano ispirare il gruppo, e dare loro una nuova idea su come agire.
Il pelleverde conviene un po' con le parole di tutti, e riesce finalmente al vedere un senso nella formazione del gruppo e nelle caratteristiche pompatissime del boss. Alla luce di quella logica, tutto sembra avere un suo perché, una spiegazione razionale - ed è un vero peccato, perché vuol dire che ora saranno tutti ringalluzziti e nessuno vorrà più uscire da quella tomba.

Non ci vuole chissà quale introspezione per capire cosa cerca di fare: la priorità è allontanarsi da Akira, al quale stava bisbigliando, dal gorillone e da Jaguar. Prova a correre nella direzione opposta alla loro, a fuggire verso le retrovie per allontanarsi dallo scontro imminente. Da lì, la mossa successiva sarebbe quella di dirigersi verso la pietra: non puntando direttamente ad essa come sta facendo Gaho, ma di fare il giro largo, sfruttando eventuali coperture, macerie, abitazioni e tutto ciò che può per provare a eludere i sensi della bestia. Un compito difficile, ma non impossibile: dopotutto, tra tre entità che lo stanno attaccando e una che si sta dirigendo verso l'oggetto che deve difendere, le priorità del gorilla maledetto dovrebbero essere rivolte a cose ben più importanti di un piccolo ed insignificante goblin come lui.

La caverna. La porta. La chiave. La vallata. La luce. Le abitazioni a misura d'uomo, quella strana pietra che quel pezzo da novanta di Jaguar identifica come il sigillo. E, soprattutto, il boss. Le statistiche, la sua storia, la maledizione che lo piaga manco fosse un Silver Wolf, la parentela che lo lega al re del Sud degna del cliché più scadente. La fretta della Torre di arrivare a questo punto e lo strano comportamento assunto nel bloccare le attività degli altri Avatar. Tutto porta a questo singolo momento, quello in cui l'identità del boss viene svelata e oooh, wow! Non mi aspettavo niente di tutto questo, oh cielo!

La cosa peggiore di tutte, però, non ha nulla a che fare con la scheda del boss, nossignore. Il vero problema è che ad avere la chiave è Akira, e che un Akira in compagnia del gigantopicoso e di Jaguar potrebbe non essere propenso a ritirarsi. Ma, chissà, magari Randall si sbaglia - magari "Mister Yinyang" si convince che la cosa migliore da fare è battere in ritirata e mandare a quel paese le due entità che, invece, sembrano voler affrontare la creatura. O, perlomeno, questa sembra l'intenzione del re del Sud.

«Che dire, capo...»
cercherebbe di bisbigliare ad Akira:
«Ora che sappiamo che siamo belli deboli possiamo pure levarci dal cobra, ti trovi?»

La butta lì, serio come solo chi può aver dato una rapida occhiata alle schede dei presenti (a parte uno) e si è reso conto che buona parte di loro - lui incluso - è buona solo a reggere il moccolo; la butta lì, sperando che Akira acconsenta e che tornino sui suoi passi - altro che vedere i numeroni che definiscono quel mostro: questa sì che sarebbe una sorpresa!

Il pelleverde scruta gli astanti, dedicando la giusta attenzione a ognuno di loro. Le presentazioni lo perplimono, lo spiazzano per un secondo, ma si riprende dalla cosa abbastanza in fretta:

«... Immagino che le vecchie abitudini sono dure a morire, vero? Va ben, va ben: io sono Randall Kniggs, ma questo lo potevate capire leggendo la mia scheda. È proprio bello vedervi in faccia: finora siete stati solo parole su uno schermo. Tornando a noi...»

La spiegazione di Gaho convince a malapena il goblin, il quale, tuttavia, decide di astenersi dal commentare ulteriormente, limitandosi a fare spallucce. Prima che le porte si aprano, Randall si adopera per effettuare le ultime modifiche, spostando la pelle di Saralaz e la zanna di Brown Wolf nella sua scatola, smanettando con l'interfaccia e notificando un paio di cosucce alla Torre:

«Torre, attiva le quest "La via del maestro" e "One for all".»

Dopodiché, estrae la daga e si prepara a qualsiasi cosa si celi oltre l'oscura soglia.

Il goblin esita, tituba, ci mette un po' di tempo per farlo - ma, alla fine, arriva. Dopo aver brancolato nella nebbia gli tocca farlo anche nel buio, almeno il tempo necessario di vedere il bagliore del fuoco evocato da ragazzo fiamma.

«... È qui la festa?»
dice con fare da vero e proprio smargiasso, atto a stemperare una tensione che, forse, sente soltanto lui. Forse? Quasi certo, in realtà: dopotutto, ora si trova al cospetto dei pezzi da novanta del piano, tra NPC, boss e - non dimentichiamocene - Avatar che hanno appena fatto level up e si sono così portati un passo più lontano dalla morte.

«... E insomma, qual'è il piano...?» chiede non senza una certa dose d'ironia, la quale, unita al tono con cui la domanda viene fatta scivolare via dalla bocca, lascia presagire che già conosca la risposta.
«Entriamo e improvvisiamo? E poi, non sarebbe una scelta un tantino più furba dare la chiave a chi è più vicino alla porta, invece che a quello che va faccia a faccia col nemico? Qual'è la logica qui, a parte "sono il più forte"?»